Il jeans è il capo d’abbigliamento più indossato da uomini e donne di ogni generazione, è un must senza tempo e proprio per questo sarebbe opportuno cominciare a cambiare le nostre abitudini scegliendo modelli sostenibili e meno impattanti sull’ambiente.
Per realizzarne un solo paio, infatti, si arriva a consumare fino a 10 mila litri di acqua, senza contare l’inquinamento che ne deriva dal trasporto e dall’utilizzo degli agenti chimici necessari alla coltivazione del cotone, come insetticidi, pesticidi e fertilizzanti. Questi sono responsabili dell’inquinamento delle falde acquifere, riducono la fertilità dei suoli, aumentano le emissioni di CO2, contribuiscono alla perdita della biodiversità senza poi dimenticare i danni che rischiano di provocare alla salute dei coltivatori. Vanno poi tenuti in considerazione i processi per rendere il jeans alla moda come ad esempio la tecnica della sabbiatura che produce un’enorme quantità di polvere e particelle sottili di biossido di silice. Anche in questo caso, l’esposizione perenne a certi trattamenti provoca danni molto gravi alla salute dei lavoratori. In Europa questa tecnica è vietata, ma sappiamo perfettamente che i jeans che indossiamo arrivano da ben altri Paesi purtroppo. Insomma, sono davvero tante le motivazioni che possono spingerci a scegliere dei jeans più sostenibili e la scelta non manca, sempre più aziende si stanno interessando all’impatto ambientale delle loro produzioni, quindi sono certamente da premiare scegliendo le loro collezioni.
Oggi ve ne mostro alcuni, se poi volete conoscere i marchi sostenibili più belli date un’occhiata QUI.
Monkee Genes è un marchio approvato PETA, quindi sostenibile in tutto, anche nel rispetto degli animali, è nato nel 2006 e da allora si impegna a produrre collezioni per uomo e donna con una vasta scelta di modelli di tendenza. I prezzi vanno dalle 50 alle 100 sterline e in collezione ci sono anche pantaloni non in denim e top.
Nel 2012 nasce la società bergamasca Par.co Denim che realizza collezioni accattivanti per uomo e per donna. L’azienda usa tessuti denim cimosati giapponesi di cotone biologico (certificato GOTS) più altre fibre a bassissimo impatto ambientale come il lino, la canapa e i cotoni riciclati, inoltre vengono impiegate solo tinture vegetali. Per realizzare le sabbiature di cui parlavamo prima, Par.co denim, impiega lavaggi e trattamenti con ghiaccio, resine vegetali e con Eco-aging. I prezzi si aggirano intorno ai 100 euro.
Eco Geco realizza le proprie collezioni a filiera corta, tutto l’intero processo viene svolto nell’arco dei 50 km. I fiocchi del cotone biologico usato per i jeans EcoGeco vengono prima filati e poi tinti di blu usando del puro indaco vegetale, successivamente viene tessuto il denim, con la trama lasciata in colore naturale e l’ordito blu. Il trattamento di lavaggio viene eseguito solo con trattamenti e prodotti ecologici, mentre il denim viene tagliato con programmi digitali che riducono gli sprechi.
I prezzi vanno dai 130 a i 160 euro, ma in questo periodo alcuni modelli sono in saldo.
Anche Asos ha creato una piccola collezione in denim sostenibile in collaborazione con Remo (the REcycle MOvement) usando del cotone riciclato, proveniente dall’Africa. Prezzi intorno ai 40 euro, ma in questo momento ci sono i saldi quindi calcolate una decina di euro in meno rispetto al costo iniziale.
Haikure nasce nel 2011 e propone una buona scelta di capi in denim sia per donna che per uomo. L’azienda utilizza materiali e processi eco-sostenibili sotto il controllo di Made By, un’agenzia indipendente che controlla le condizioni sociali e ambientali di tutti gli elementi del processo di produzione. Prezzi a partire da 150 euro.
- immagine di copertina: Monkee Genes
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