A partire da oggi fino al 26 aprile torna la settimana della Fashion Revolution, l’iniziativa nata in occasione della tragedia del 24 Aprile 2013, giorno in cui 1133 persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite a causa del crollo del complesso produttivo di Rana Plaza, a Dhaka, in Bangladesh.
Durante questa settimana, i marchi e i produttori sono incoraggiati a dare delle risposte concrete circa la trasparenza nella loro catena di approvvigionamento utilizzando l’hashtag #imadeyourclothes e mettendoci la faccia! Sono in molti ad aderire, ovviamente nessuna azienda del fast fashion potrebbe mai metterci la faccia visto che le cose sono ben lontane dall’essere trasparenti per loro.
Ormai lo sappiamo, ridicole azioni di greenwashing vengono sempre più utilizzate da tutti i brand commerciali, a scapito dei consumatori meno attenti e meno informati. Sappiamo che dietro c’è ben altro e questo non ci piace. Facciamolo sapere a queste aziende, chiediamo loro WHO MADE MY CLOTHES?
E cosa succede al settore tessile ai tempi della pandemia? Vi riporto un estratto di un articolo pubblicato sul sito di Fashion Revolution “Nel settore della moda globale, i marchi in genere pagano i loro fornitori settimane o addirittura mesi dopo la consegna, piuttosto che su ordine.Ciò significa che i fornitori di solito pagano in anticipo i materiali o le fibre utilizzati per fare in modo che i prodotti acquistino il marchio. In risposta alla pandemia, molti importanti marchi di moda e rivenditori stanno annullando gli ordini e bloccando i pagamenti per gli ordini già effettuati, anche quando il lavoro è già stato svolto, non assumendosi alcuna responsabilità per l’impatto che questo ha sulle persone che lavorano nelle loro catene di approvvigionamento. Le fabbriche non hanno altra scelta se non quella di distruggere o trattenere merci indesiderate già fatte e licenziare i loro lavoratori a frotte.”
Vi invito a leggere tutto l’articolo costantemente aggiornato con le risposte e le azioni delle aziende coinvolte.
Cosa possiamo fare noi? In modo simbolico possiamo indossare un indumento al contrario, in modo che sia visibile il marchio che lo ha prodotto, scattare una foto e postarla sui social chiedendo ai brand WHO MADE MY CLOTHES? Usiamo gli hashtag #WhoMadeMyClothes e #FashRev per far sentire la nostra voce!
Ogni anno durante la Fashion Revolution Week si tengono in tutto il mondo conferenze ed eventi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica circa i metodi di produzione della maggior parte delle aziende di abbigliamento. Per ovvi motivi, quest’anno non è stato possibile organizzare nulla del genere, ma è comunque possibile aderire agli eventi in modo virtuale attraverso i principali social.
Per l’Italia potete seguire la pagina Facebook @fashionrevolutionitalia e rimanere così sempre aggiornati.
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