Perchè non è giusto indossare lana? Nell’immaginario comune, le pecore vengono tosate per il loro bene e “liberate” così dal peso del loro vello. Che bello, alla fine è per il loro bene… già me le immagino in mezzo ad un rigoglioso prato verde a farsi fare una bella tosatura manuale con tanta attenzione e premura. E così i tosatori passano le loro giornate fischiettando allegramente tra una pecora e l’altra e poi, e poi… e poi non è assolutamente questa la realtà!
Scusate la vena ironica, ma sono un po’ stufa di sentire questi luoghi comuni davvero inaccettabili (un po’ come quando mi dicono che le mucche producono sempre latte e quindi è giusto mungerle! No ma davvero?!?), è tempo di aprire gli occhi. L’industria della moda è devastante: per gli animali torturati e massacrati, per i lavoratori costretti a lavorare in condizioni disumane, per l’ambiente che si sta disfacendo difronte ai nostri occhi troppo pigri per vedere davvero quello che stiamo diventando.
Quindi siamo onesti con noi stessi e cerchiamo di cambiare le cose. Tornando al discorso della lana ci sono ottimi sostituti, ci sono aziende che creano collezioni intere utilizzando materiali alternativi. Io col mio blog cerco di farveli conoscere per dimostrare che davvero non è necessario indossare sofferenza.
Noi possiamo fare la differenza!
Detto questo, le pecore (ma anche tutti gli altri “animali da lana” come i conigli e le capre ad esempio) sono costrette a condizioni di vita terrificanti in cui comunque il finale è sempre lo stesso: il macello. Non esistono pecore che vivono solo per essere tosate (e comunque la pratica sarebbe ugualmente disumana visto che si tratta di tecniche molto aggressive e dolorose), in ogni caso io credo che la tortura e la sofferenza siano sbagliati sempre!
Se volete approfondire l’argomento, vi invito a leggere QUI (e a guardare il video se ci riuscite) l’articolo scritto dalla Peta in merito alla lana e alle condizioni di vita degli animali considerati da lana. Troverete poi anche una serie di altre inchieste come quella sulla lana d’angora e lo scandalo e l’indignazione mondiale che ne ha suscitato perchè coinvolgeva tutti i più grandi brand. Indignazione così marcata da aver portato alcune di queste grandi aziende a non usare più l’angora pur di non perdere il consenso dei consumatori. Questo dato è estremamente importante perchè la gente ne era rimasta davvero sconvolta, ricordo che se ne parlava molto sui social ma anche in giro e questo, secondo me, dovrebbe accadere per ogni tipo di animale, perchè tutti vengono maltrattati. Se volete approfondire, trovate QUI i dettagli.
Ma quali sono le alternative? Ci sono aziende che producono lana mulesing free, ovvero non praticano il metodo del mulesing (se volete i dettagli leggete QUI, a me viene da piangere solo a scriverlo), quindi la sofferenza è limitata, ma l’animale fa comunque la stessa fine: quando non è più “buono” per la lana, diventa buono per essere mangiato!
Personalmente credo che qualunque materiale di origine non animale sia un’alternativa. Questo è un primo passo. Poi è giusto informarsi su materiali sostenibili e più naturali come il bamboo, la canapa, il lino, l’eucalipto, solo per citarne alcuni, ma non copriamoci dietro la scusa che il poliestere e i materiali simili siano inquinanti. Perchè sì è vero, i materiali sintetici sono parecchio inquinanti, ma non credo si possa fare un paragone con la tortura e la crudeltà a cui sono sottoposti gli animali.
E poi…se si è così premurosi nei confronti dell’ambiente, non sarà certo difficile informarsi per trovare delle soluzioni più sostenibili, vero? 😉
Scusatemi, lo so, in questo articolo sono stata estremamente polemica, ma dopo un po’ certi clichè diventano noiosi. Come quando ero vegetariana e mi chiedevano perchè non fossi vegana! E ora che sono vegana incolpano la mia “categoria” di devastare l’ambiente perchè mangiamo gli avocado.
Ci siamo intesi, no? 😉
- fonte immagine: Pete Oxford/Minden Pictures/Getty Images via Discover Magazine
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