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Quanto sei disposto a pagare per una t-shirt?

14 Ottobre 2020

La maggior parte delle persone probabilmente mi risponderebbe che una t-shirt non griffata la pagherebbe tra i 5  e i 15 euro. E sai perchè? Perchè questi sono i prezzi a cui il fast fashion ci ha sempre abituati, del resto perchè spendere di più per una semplice maglietta?

Beh…come sempre dipende dall’importanza che dai a determinati aspetti come ad esempio il valore del lavoro altrui e il rispetto per l’ambiente. A questi sono collegati tantissimi altri fattori che la maggior parte delle aziende non prende minimamente in considerazione. Parliamo di tecniche di lavorazione e impatto ambientale, ma anche di smaltimento, di packaging ecososotenibile, di condizioni lavorative e diritti del lavoratori, di paghe eque, di trasparenza. Ecco, tutto questo (e molto altro) fa la differenza sui costi degli indumenti che acquistiamo, anche di una semplice maglietta.

Ecco perchè acquistare sostenibile costa di più rispetto ai prezzi a cui ci ha abituati il fast fashion. Ed è per questo che credo che ogni centesimo speso per l’acquisto di un capo sostenibile sia un piccolo passo verso un futuro migliore.

Quindi pagare tanto mi garantisce che il prodotto sia sostenibile e di qualità? Ovviamente no e basti pensare ai grandi brand, il fatto che un pantalone Gucci costi 800 euro non mi offre nessuna garanzia circa la catena produttiva di tale capo. Una prima analisi la possiamo fare in autonomia leggendo l’etichetta controllando la provenienza e i materiali utilizzati. Già da questi due dati possiamo farci un’idea del tipo di azienda che abbiamo difronte. Detto ciò, dobbiamo comunque avere la mente aperta perchè molte aziende sostenibili producono in Paesi sottosviluppati proprio per contrastare il fenomeno della produzione a basso costo che la maggior parte dei marchi offre, compresi quelli di lusso. Stesso discorso vale per i tessuti. Il poliestere, ad esempio, è un disastro a livello ambientale, ma alcune aziende sostenibili lo usano perchè per le loro collezioni utilizzano tessuti deadstock destinati al macero. In questo modo si generano rifiuti in meno e di conseguenza si riduce l’impatto ambientale di quel capo.

Ho fatto questi due esempi per farti capire che quando parliamo di moda sostenibile esistono diverse variabili da considerare. E allora come faccio a capire se un’azienda è davvero sostenibile? Intanto ti dò una dritta: nessuna grande azienda che produce a livello globale potrà mai diventare sostenibile, quindi diffida dai vari Zara, H&M e simili che ultimamente si professano sostenibili. Sostieni i piccoli marchi, meglio se del tuo stesso Paese.

  • Uno strumento molto utile e pratico per comprendere se un’azienda è davvero sostenibile è l’app Good on You,uno strumento veloce e pratico per conoscere pecche e pregi di tantissime aziende.
  • Consulta sempre il sito del brand che ti interessa: non dimenticare che se un marchio è davvero sostenibile e attento a certe tematiche sarà ben orgoglioso di parlartene e di dimostrartelo.

Insomma, quello che voglio dirti è che è tempo di cambiare, è ora informarsi, non lasciarsi travolgere dalle tecniche di marketing e di greenwashing e pensare al bene di tutti!

Beh, ora direi che è giunto il momento di vedere una selezione di t-shirt, semplicissime ma ognuna con un valore enorme. Per scoprire il marchio passa su ogni foto il mouse o il dito sullo schermo del tuo telefono 😉

Reformation
Reformation
Good sustainable Mood
Good sustainable Mood
Armedangels
Armedangels
People Tree
People Tree
Mila Vert
Lazzari
SKFK
SKFK
Jan’ N June
Jan’ N June
Organic Basics
Organic Basics

 

  • immagine di copertina: Good Sustainable Mood

 

Tags: blog di moda vegan moda etica moda sostenibile moda vegana t-shirt sostenibile
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